THE CREATOR

TITOLO: THE CREATORS

GENERE:FANTASCIENZA, DRAMMATICO

RATING:  * * *

TRAMA:
Nel 2070 il mondo è diviso in due blocchi, quello Occidentale che rifiuta la IA colpevole di aver lanciato un attacco nucleare alla città di Los Angeles, e quello delle Repubbliche Asiatiche che invece l’hanno accolta ed integrata nella loro società vivendo in pace con i Simulat. Secondo gli americani il mondo è in pericolo perché il creatore della IA avrebbe messo a punto un’arma apocalittica capace di sterminare l’umanità. La piattaforma orbitante americana inizia così una lotta senza quartiere oltre le linee nemiche a caccia di Nirmata, l’inafferrabile architetto che i Simulat chiamano “Il Creatore”. L’agente speciale Joshua, infiltrato tra i Simulat, ha il compito di ucciderlo, ma l’azione fallisce miseramente e nell’attacco l’agente perde l’adorata moglie Maya.
Cinque anni dopo l’esercito gli dice che Maya è invece sopravvissuta e Joshua ha una nuova possibilità di salvarla, a patto che distrugga l’arma che le AI hanno costruito. Ma durante la missione l’ex agente delle forze speciali fa una scoperta sorprendente: l’arma in questione si rivela essere una bambina robot…
(Regia: Gareth Edwards – anno 2023)

COMMENTO:
Molto più di un film di fantascienza, è un coraggiosa denuncia narrata attraverso una metafora che scorre parallela alla storia contemporanea e la racconta.
Vedere nella pellicola di Gareth Edwards solo il problema dell’accettazione del diverso sarebbe riduttivo e superficiale. In realtà si tratta di una metafora fantascientifica che nasconde un pesante atto d’accusa contro il sistema di potere americano. Un sistema arrogante, violento, prevaricante, aggressivo, che ammorba il pianeta. Un sistema che dopo l’11 settembre ha fatto un salto di qualità ponendosi al di sopra non solo del diritto internazionale, ma della volontà dei popoli e dei loro destini.
Il contenuto di violenza della dottrina Monroe che guida la politica estera americana è raccapricciante e la prova è nella storia:
1948 la CIA manipola le elezioni politiche in Italia.
1950 gli Stati Uniti bombardano la Corea del Nord.
1953 gli americani fanno cadere il governo in IRAN.
Nel 1954 fanno cadere il governo del Guatemala.
Nel 1961 cercano di far cadere il governo a Cuba con l’invasione della “Baia dei Porci”, ma questa volta gli va male.
Nel 1964 iniziano a bombardare il Vietnam inventando il cosiddetto “incidente del golfo di Tonchino” che oggi possiamo provare non esserci mai stato; gli americani mentirono, la guerra durò 11 anni e portò 3 milioni di morti.
Nel 1973 fanno cadere il governo di Allende in Cile e mettono in carica Pinochet, il dittatore che prende gli oppositori, li carica su un aereo e li getta nel Pacifico.
Nel 1979 gli Stati Uniti appoggiano i mujahidin in Afghanistan e armano i radicali musulmani di Osam Bin Laden e Al-Qaeda con i missili Stinger per mettere in difficoltà i sovietici che all’epoca erano in quel territorio.
Sempre nel 1979 aiutano la salita al potere Saddam Hussein e lo appoggiano nel 1980 per attaccare Khomeini facendo scoppiare la guerra tra Iraq e Iran, la guerra dura sino al 1988; durante l’Irangate nel 1986 si viene a coprire che gli Stati Uniti rifornivano parallelamente di armi anche l’Iran, una cosa pazzesca, rifornire entrambi i contendenti perché si ammazzino meglio e l’economia americana ingrassi.
1986 gli USA bombardano la Libia.
Quando nel 1990 Saddam Hussein attacca il Kuwait agli americani non va più bene e nel 1991 iniziano l’operazione Desert Storm bombardando l’Iraq.
1999 gli USA assieme alla NATO, suo braccio armato in Europa, bombarda la Serbia senza mandato dell’ONU, così la NATO che doveva essere una coalizione per la pace diventa una forza di aggressione al servizio degli Stati Uniti.
2003 gli USA scatenano la guerra in Iraq sostenendo che avevano armi biologiche, ancora un’altra menzogna.
2011 gli Americani, d’accordo con la Francia e gli Inglesi, bombardano la Libia gettandola in un caos ancora irrisolto.
Nello stesso anno inizia anche la guerra in Siria per far cadere Assad con l’operazione Timber Sycamore, attraverso la quale la CIA arma gli oppositori di Assad; ma va male perché si oppongono la Russia e l’Iran.
2014 inizia silenziosamente la guerra in Ucraina, quando la CIA, con 5 miliardi di dollari, finanzia il golpe per mettere al potere un governo amico che entrasse nella NATO, andando contro tutti gli interessi europei come testimonia il sabotaggio da parte della CIA del gasdotto Nordstream 2 e la telefonata intercettata di Victoria Nuland, responsabile americano per le relazioni con l’Europa; nella telefonata con l’ambasciatore Usa in Ucraina, Geoffrey Pyatt mentre stavano discutendo delle prossime mosse per risolvere la crisi a Kiev, la Nuland sbottò: “Fuck the Eu”, letteralmente “l’Unione Europea si fotta”. Una operazione di destabilizzazione alla quale ovviamente i russi hanno reagito come sappiamo.
Gli USA non possono vivere in pace per il semplice motivo che la loro è una economia di guerra, che cresce e prospera con l’industria bellica, un’industria che per vivere deve seminare conflitti in tutto il mondo, a costo del sangue del suo stesso popolo, come, non a caso, ricorda il nome “Ground zero” del film The Creators, ovvero il punto dove i Simulat, secondo la propaganda del sistema rivelatasi poi un grande falso, avrebbero lanciato un missile nucleare.
Anche la tragedia dell’attacco alle torri gemelle infatti, ancora oggi presenta fortissimi dubbi sulla sua matrice, come ben illustrato dall’illuminante documentario “11 Settembre 2001 – Inganno Globale”, che racconta un verità diversa: agli stati Uniti serviva un’altra “Pearl Harbour” per giustificare quella che da quel momento in poi sarebbe stata la sua politica estera e legittimare agli occhi dell’opinione pubblica mondiale qualsiasi suo attacco militare fuori dai propri confini (l’esecuzione senza nessun processo del generale Soleimani, il generale comandante di una forza governativa, cioè un’alta personalità dello Stato iraniano, ucciso da un missile mente viaggiava a bordo della sua auto nel suo paese, ne è solo un esempio).
Il sistema di potere americano si basa su tre pilastri: grandi aziende, governo ed esercito, che condividono l’obiettivo comune che Charles Wilson, presidente della General Motors e segretario alla difesa, definì con il termine agghiacciante “economia di guerra permanente”!
Così l’economia USA, anziché lavorare ed impegnarsi per una cultura di pace ed integrazione, deve inventare continuamente nuovi nemici, che nella metafora del film sono i Simulat.
Ma la pellicola di Gareth Edwards, oltre ad essere una denuncia, è anche l’occasione per porsi domande profonde: Cosa è che ci definisce umani, l’involucro di carne, sangue e cellule che ci contiene o piuttosto l’amore che siamo in grado di dare?
Hanno più cuore loro (i Simulat) che voi! – urla tra rabbia e disperazione la contadina asiatica mentre un soldato americano minaccia di far saltare la testa con la sua pistola al cagnolino di sua figlia. Immagini che assieme ai giganteschi carri armati che travolgono la lussureggiante foresta tropicale ed i villaggi di contadini e pescatori richiamano il dramma della guerra in Vietnam, una tragedia che fa da sfondo alla storia d’amore tra Joshua e Maya.
[INIZIO SPOILER] La scena finale rievoca la commovente suggestione de Il Gladiatore, e come Massimo Meridio anche Joshua potrà riabbracciare la sua amata solo nei Campi Elisi.
Chiudere il dramma con il sorriso di un bambino è una pennellata da grande maestro che apre alla speranza, poiché l’unica salvezza possibile per il mondo è quella della fratellanza tra le diversità, una “convergenza evolutiva culturale” che ritroviamo anche nell’ultimo libro di Umberto Galimberti “L’etica del viandante” che suggerisco caldamente. [FINE SPOILER]
Voto: 8

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