COMANDANTE

TITOLO: COMANDANTE

GENERE: STORICO, GUERRA, DRAMMATICO

RATING:  * * + +

TRAMA:
Ottobre 1940, Seconda Guerra Mondiale. Salvatore Todaro è il comandante del sommergibile Cappellini della Regia marina militare italiana. Nel corso di una esercitazione a bordo di un idrovolante Todaro subisce un grave incidente alla colona vertebrale che gli consentirebbe di andare in pensione di invalidità come vorrebbe sua moglie Rina, stanca di saperlo sempre lontano ed in pericolo, ma il comandante è un uomo con una tempra ferrea che ha il mare nel sangue e rifiuta. Durante una pericolosa missione nell’oceano Atlantico si imbatte in un mercantile belga che naviga a luci spente. Improvvisamente la nave apre il fuoco contro il sottomarino italiano che risponde al fuoco affondandola. I 26 marinai superstiti finiscono in mare e Salvatore Todaro, contravvenendo alle regole militari, decide di salvarli. Un decisione eroica perché per portarli in salvo il sommergibile dovrà navigare in emersione rischiando la vita dei suoi uomini. Una navigazione pericolosa, carica di tensione e umanità verso il porto neutrale di Santa Maria delle Azzorre col rischio di essere affondato a sua volta dagli inglesi.
(Regia: Edoardo De Angelis – anno 2023)

COMMENTO:
Un film icastico, come una storia vera richiede, che assieme agli ultimi film in uscita come C’è ancora domani, o Cento domeniche, forse segna una nuova stagione del cinema italiano all’insegna del neorealismo.
Dimenticate qualsiasi tentativo di ammantare una missione militare con suggestioni patriottiche o eroiche, la pellicola di Edoardo De Angelis presenta la realtà col tutto il suo carico di squallore, un pesante lavacro che toglie ogni luce, ogni sogno, ogni poesia alla vita. Quello che rimane sono canzoni intonate per esorcizzare la paura, il tanfo dell’aria stantia, sudore, menti deformate dalla guerra, che gioiscono per bagliore di una cannonata o il fuoco di una nave che affonda per dare un senso alla morte.
Ci sono tanti tipi di eroismo: c’è l’eroismo di chi in guerra abbatte un aereo, c’è l’eroismo di chi rimane umano malgrado le circostanze, ma è soltanto quest’ultimo che commuove sino a farti piangere.
Dopo un avvio lento e cupo, finalmente nel secondo tempo il film decolla e prende quota entrando nel cuore del racconto, quello di un uomo, Salvatore Todaro, talmente forte da tendere una mano agli sconfitti:
Noi affondiamo il ferro nemico, senza pietà, ma l’uomo… L’uomo lo salviamo.
Siamo in guerra! – gli urla contro il marinaio preoccupato per il rischio mortale che l’operazione di salvataggio comporta.
Siamo ancora uomini però.
Perché ci avete salvato? – chiede il comandante belga; la risposta “perché siamo italiani” strizza l’occhio al mito degli “italiani brava gente”, ma non dobbiamo lasciarci ingannare, le generalizzazioni sono sempre fallaci; la risposta del comandante Salvatore Todaro ci parla solo della suo attaccamento ai propri valori personali, poiché purtroppo anche gli italiani, durante la seconda guerra mondiale, si sono macchiati di crimini di guerra, ma nell’attuale clima politico, che tenta di offrire un’immagine più morbida del fascismo con evidente intento revisionista, ci sta, l’importante è esserne consapevoli per non cadere nell’inganno propagandista. Del resto tutto il primo tempo è intriso di quella triste atmosfera paranoide che caratterizza patologicamente la distorta personalità nazifascista. 
C’è un’altra frase che mi ha colpito: Io non sono un fascista! Io sono un uomo di mare!
Una frase non d’effetto come le precedenti, ma che nella sua rabbiosa pronuncia nasconde un mondo interiore straordinario ovvero quello di uomo capace di disobbedire, perché prima di un qualsiasi ordinamento esterno istituzionale, un essere umano deve obbedire alla propria coscienza.
Voto: 7

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