SPLIT

TITOLO: SPLIT 

GENERE: THRILLER

 RATING:  * * * *

 TRAMA:

Claire e Marcia stanno festeggiando un compleanno con i loro compagni di scuola, compresa Casey una ragazza introversa ed emarginata. L’atmosfera è allegra e rassicurante, nulla lascia presagire che qualche minuto dopo le tre ragazze finiranno nelle mani di Kevin, un maniaco che le rinchiude in uno scantinato dopo averle narcotizzate. In quella angosciante prigione si alternano Dennis, perfezionista dai tratti ossessivi compulsivi con la fissazione per la pulizia e l’igiene, Patricia, materna e femminile,  Barry, stilista gay ed estroverso, Hedwig, un bambino di nove anni appassionato di ballo, e molti altri, ma la cosa che più sconcerta le tre malcapitate è che tutti i carcerieri sono … la stessa persona!

(Regia: M. Night Shyamalan – anno 2017)

COMMENTO:

Chi siamo veramente? Cosa determina ciò che siamo? Chi prende le decisioni nel nostro vivere quotidiano? Domande profonde ed impegnative che spesso evitiamo accuratamente per pigrizia o paura, eppure centrali per un essere che si definisce senziente e che aspira ad essere libero.

In fondo ciò che pensiamo di essere, il nostro carattere o personalità, non sono altro che un pattern cerebrale, ovvero il sentiero neuronale che i pensieri hanno percorso negli anni a seguito delle nostre predisposizioni genetiche, educazione familiare, esperienze, la cultura dell’ambiente nel quale siamo immersi. Anni ed anni di percorsi mentali preferenziali, che hanno creato nel cervello come dei solchi, le nostra abitudini, le nostre risposte agli stimoli, ovvero la nostra personalità. E se per qualche straordinario motivo fosse possibile dirottare i nostri pensieri su percorsi alternativi e completamente diversi come fanno gli scambi ferroviari con i treni? Allora il treno dei nostri pensieri potrebbe raggiungere non solo mete completamente diverse tra loro, mare anziché montagna, boschi anziché metropoli, ma addirittura inimmaginabili ed inesplorate se consideriamo che la rete ferroviaria ed il treno di cui stiamo parlando sono organi ed entità tuttora sconosciute come il cervello e la mente. 

Night Shyamalan si è magistralmente tuffato in questo mistero tirando fuori Split, un capolavoro di sceneggiatura, ispirato ad un criminale statunitense realmente esistito negli anni ’70, perfettamente interpretato da James McAvoy. Un viaggio nella malattia mentale che alcuni compassionevoli psichiatri, come la Dott.ssa Karen Fletcher, cercano di alleviare percorrendone i meandri ed esplorandone i cunicoli più bui come intrepidi speleologi. Un appassionante thriller che si discosta dall’indistinto blob di storie di serial killer trite e ritrite, entrando nell’empireo di pellicole del calibro di Psycho, o di Il silenzio degli innocenti.

Cosa ci assicura che dal punto di vista evolutivo i cosiddetti soggetti normali siano anche i prodotti migliori? In fondo i nostri giudizi di valore si basano sul ripetersi di alcune caratteristiche nella popolazione, per cui “normale” è un comportamento “medio”, pertanto riconosciuto e compreso dai più. Ma se ci fosse altro e questo “altro” avesse delle caratteristiche più vantaggiose dal punto di vista evolutivo? Se ci fossero dei comportamenti diversi ma più potenti o efficaci? Del resto non conosciamo ancora le potenzialità della mente e ci limitiamo a provare stupore di fronte al controllo del battito cardiaco, del respiro, sino a fenomeni di catalessi, morte apparente, o a lame, chiodi, aghi che non riescono a penetrare la pelle, monaci shaolin che reggono il peso del corpo sulla punta di un dito.

Una mattina, fermo al semaforo, ho visto un signore sulla sessantina con t-shirt troppo corta per la pancia esagerata, dei larghi bermuda stile coloniale dai quali spuntavano due gambette sottili, adornate da mocassino in pelle nero ed immancabile calzino in filo di scozia bianco. Gli sguardi delle persone erano eloquenti e anche in me la prima reazione fu quella di ilare stupore. Un attimo dopo però ho pensato: qual’è l’autorità o il sistema di riferimento sulla base del quale percepivo come ridicolo quell’uomo? E se i cretini fossimo noi che ci affanniamo ad assomigliare ai modelli estetici imposti da qualche altro stilista cretino? In fondo quel “buffo” individuo era sicuramente un uomo molto più libero … 

Night Shyamalan porta alle estreme conseguenze queste disquisizioni e da grande maestro fa crescere lentamente ma inesorabilmente la paura, sino a trasformarla in terrore per ciò è “diverso” e che nessuno di noi potrebbe mai controllare: la mente altrui.

6 pensieri su “SPLIT

  1. Cristina

    Ciao Ale 🙂
    Bellissima recensione, “introspettivamente profonda”.
    Forse sbaglio, perchè non sono una psicologa, ma ciò che ho colto è che essendo Split un film prevalentemente sotterraneo, si volessero mettere in scena i meandri di una mente incredibilmente complessa. Come quella di Kevin, che soffre di un disturbo dissociativo dell’identità dovuto ai terribili traumi subiti nell’infanzia , ben ventitré personalità affollano la sua mente contorta! I suoi comportamenti possono sembrare a volte estremi e assurdi, ma in realtà scientificamente, tristemente dimostrati! . A parte la metamorfosi finale “nella bestia” che rappresenta l’esaltazione estrema delle 23 personalità, un maniaco assetato di sangue e capace di poteri sovrumani, può sembrare sicuramente esagerata, ma direi che in un trhiller/fantasy/horror ci può stare. La bravura dell’attore non si discute, ha dimostrato di essere decisamente credibile nel recitare tutte le parti, la tormentata e ossessiva freddezza di Dennis, sia la calma apparente di Barry o la controllata dolcezza di Patricia, come la fragilità di Kevin, l’innocente spontaneità di Hedwig per finire con l’ onnipotente crudeltà della Bestia. Una eccellente abilità si evince anche quando le diverse identità si alternano contemporaneamente, con la voce che si diversifica nei toni durante lo stesso discorso e lo sguardo che riesce a trasformare istantaneamente l’espressione del volto. Mi è piaciuta moltissimo anche Casey, ragazzina introversa e sensibile, molto espressiva e bravissima a farci entrare nei suoi tormenti interiori, utilizzando spesso il silenzio…..
    Baci 😀

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  2. Marco

    Mi è piaciuto molto. Anche il modo in cui si collega al precedente in maniera sottilissima e per nulla invasiva lo rende godibile per tutti!

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      1. admin1962 Autore articolo

        Grazie Marco, ovviamente dopo la meraviglia di Split mi sono fiondato a vedere anche Glass, ma … (dovrai aspettare la sua recensione) 😉

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